IL GRANDE MISTERO DI ANTENORE

In principio fu Antenore. Sul serio? Fu davvero lui il fondatore della città? Ma soprattutto, Antenore esistette veramente? Domande lecite, vista la fitta aura di mistero che da sempre circonda questo personaggio. Comunque, andiamo con ordine. Tutto partì dalla penna di Virgilio, che scrisse nell'Eneide:

[... ] Antenore, sfuggito
Lui pure ai Greci, poté facilmente
 penetrare in Illiria, superare
la Dalmazia e le fonti del Timàvo,
e dove il fiume con grande rimbombo
della montagna va per nove bocche
dilagando nel mare e, mare fatto,
 inonda i campi coi flutti sonanti,
fondò Padova e lì fissò la sede
dei Troiani, a cui diede un nuovo nome,
e, deposte le anni, vive in pace. )

L'idea piacque molto ai padovani, essendo l'eroe troiano particolarmente pio e con grandi ideali di pace, cosi da eleggerlo fondatore della città. L'unico controcorrente fu Tito Livio, che nelle sue Storie accompagna Antenore solo fino allo sbarco, senza in alcun modo legarlo alla nascita di una città. Nei 1274, durante gli scavi per la costruzione di un ospizio per trovatelli in via San Biagio, venne alla luce una duplice bara di cipresso e piombo dentro un'arca riportante l'incisione "Regis Antenoris Memoria". Quando si scoprì che la bara conteneva lo scheletro di un guerriero, il poeta e giudice Lovato de' Lovati non ebbe alcun dubbio: finalmente erano state ritrovate le ceneri di Antenore. Il colpo di grazia lo diede l'antica profezia del sapiente medievale Merlino, che recitava: «Quando la capra parlerà e 'l lovo risponderà Antenore se troverà». Nemmeno a farlo apposta, il capomastro che dirigeva i lavori si chiamava proprio Capra, e la somiglianza fra "lovo", che significa "lupo", e Lovati trasformò i sospetti in certezze in un batter d'occhio. Anche la cittadinanza non aveva più alcun dubbio e fu quindi dato il via a solenni cerimonie. Nell'euforia del momento, Lovati propose di collocare il sarcofago a ridosso della chiesa di San Lorenzo, proprio davanti a Casa sua, e di collocare la sua tomba accanto a quella di Antenore. Non poteva immaginare che, a causa del bassorilievo di un cane sul lato del sarcofago, quella tomba nella consuetudine popolare sarebbe per sempre stata ricordata come "la tomba del cane di Antenore".

In seguito qualche dubbio doveva essere sorto, se negli anni Ottanta del secolo scorso questi resti furono inviati ai laboratori dell'università dell'Arizona, a Tucson. Gli accertamenti provarono che il materiale risaliva a un periodo fra il 135 e il 430 d.C. e apparteneva a un guerriero ungherese, troppo giovane per aver fondato Padova dopo la distruzione di Troia, che le fonti storiche collocano nel 1183 a.c. A quanto pare, però, i padovani non sono ancora del tutto convinti, perché il sarcofago non è stato spostato e per tutti è tuttora noto come "la tomba di Antenore"; chissà per quanti altri secoli ancora resterà nel suo bellissimo posto d'onore in via San Francesco. Per sicurezza, inoltre, ad Antenore è stata anche eretta una statua in Prato della Valle. Vero oppure no, il suo mito ne ha fatta di strada per arrivare fino a qui, perciò è pur giusto ricordarlo.

   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori